Sebbene siano in diversi a confonderli, magari pensando che uno sia il maschio e l’altra la femmina della stessa specie, questi due protagonisti assoluti della cucina gourmet sono molto diversi tra di loro. Partendo proprio dalle caratteristiche fisiche: entrambi sono crostacei ed entrambi hanno dieci zampe, ma poi iniziano le differenze.
L’astice ha un carapace liscio, dal colore marrone scuro se si tratta della varietà americana (Homarus americanus, la più diffusa anche nei negozi e sui banchi del pesce italiani), blu intenso se invece della varietà europea (Homarus gammarus, molto più rara e però anche più succulenta). Predilige le acque fredde e per questo vive alle due estremità dell’Oceano Atlantico settentrionale.
La grandissima quantità di astici presente nelle acque costiere del Nordest degli Stati Uniti ha reso per molto tempo questo crostaceo un cibo povero, per nulla prestigioso: era anzi uno dei principali ingredienti del rancio per gli schiavi e si arrivò addirittura a usare gli astici come fertilizzante. La lampante differenza fisica con l’aragosta sta nelle sue grandi chele, e non è solo una differenza estetica: al loro interno, infatti, si trovano le carni in assoluto più saporite dell’intero animale, che in inglese viene chiamato Lobster.
Quanto all’aragosta, ha il carapace di colore rossastro, dalla superficie spinosa e irregolare, e per questo il suo nome inglese è Spiny Lobster. La varietà più diffusa e utilizzata nell’alimentazione umana è l’aragosta mediterranea, che vive principalmente nel mare che le dà il nome e nell’Oceano Atlantico orientale: è una specie più rara dell’astice e anche per questo il suo prezzo è decisamente più elevato.
Subito sotto gli occhi di questo animale partono due lunghe e spesse antenne, decisamente più sviluppate di quelle dell’astice. Da un punto di vista gastronomico, le carni dell’astice sono più consistenti, elastiche, con un sapore più forte, ma meno ricco di aromi.
L’aragosta è invece apprezzata proprio per la sua delicatezza profumata e per la sua morbidezza.
In cucina
Per entrambi questi crostacei la preparazione migliore è molto semplice: lessati per pochi minuti in acqua bollente. Qui però inizia la parte delicata, in quanto, per conservare tutti i sapori delle carni, si consiglia di cucinare astice o aragosta da vivi. Per evitare di sottoporre l’animale (e pure chi cucina) a un eccessivo stress, si può lasciarlo nel congelatore per circa venti minuti prima di cuocerlo: il freddo lo renderà immobile e anestetizzato.